Unione Bisceglie - Corato 2-3: Remuntada, simbolo di una stagione?
Mai sentiti morti, nemmeno quando sembravamo spacciati. La vittoria a Bisceglie, contro una diretta concorrente, è una di quelle che lasciano il segno, come la Z di Zorro. Nonostante il distacco di -7 che ci farebbe retrocedere, questa vittoria è la testimonianza di un gruppo che non si è mai arreso, nemmeno nei momenti più difficili.
Un gruppo di giovani che, nonostante un inizio complicato e diverse difficoltà, ha sempre tenuto duro, senza mai perdersi d'animo. Anche quando sembravano spacciati, anche quando qualcuno (pochi) ha rimproverato loro dopo qualche sconfitta. A chi li critica, dico: forse sono altri che dovrebbero vergognarsi. In primis una città fredda, senza priscio, con un botteghino misero, che non ha mai preso impegni concreti.
I ragazzi non devono nulla a nessuno, perché ogni domenica, guidati dal super condottiero Diaw Doudou, vanno oltre ogni ostacolo, senza porsi limiti. Il gruppo è rimasto compatto, con equilibrio e ottimismo, tra calciatori, staff e la società del presidente Francesco Colabella, che sta facendo enormi sacrifici nonostante le difficoltà economiche e gestionali.
Sotto 0-2, il cuore neroverde ha iniziato a palpitate, e con la complicità di un arbitro favorevole in trasferta, siamo riusciti a ribaltare la partita fino al 3-2. Una probabile sliding door, che potrebbe essere il simbolo di un'intera stagione.
Questa vittoria va dedicata alla società, ai calciatori, allo staff, e ai tifosi che sono stati coerenti fino in fondo. Ma anche ai tanti "gufi" che gioiscono quando perdiamo e sono tristi quando vinciamo, o a chi ha dirottato altrove gli sponsor.
Ultima considerazione: spesso sento dire: "Per il prossimo anno siamo interessati all'ingresso in società". Mi chiedo: che senso avrebbe farlo quando, speriamo non accada, "scappi il morto"? Il malato si cura mentre è vivo, non quando è già in fin di vita. Dunque, mettetevi la mano sulla coscienza e date tutti una mano ora, con un vero senso di appartenenza, per salvare il malato e fare il miracolo, che fino a poche settimane fa sembrava impossibile. Solo allora si potrà pensare al futuro.
Ma ricordate: con il vostro aiuto, potrete darci una mano importante e salire sul carro dei salvatori, se non dei vincitori. Dopo, non ci sarà più posto. Noi, invece, altro che retrocessi, ce la giocheremo fino alla fine, con cattiveria e determinazione, perché moralmente abbiamo già vinto.